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BOOKS FOR BREAKFAST #46 – LA VERITA’

BOOKS FOR BREAKFAST #46 – LA VERITA’

LA VERITA’

Melanie Raabe

Corbaccio

Da ormai sette anni, Sarah vive sola con il suo bambino: dopo essere partito per un viaggio d’affari in Sud America, suo marito Philipp è scomparso, precipitando Sarah in un incubo. Fino a quando, improvvisamente, viene annunciato il ritorno di Philipp, lasciato libero dopo essere stato per sette anni nelle mani di una banda di rapitori. La notizia diventa un caso mediatico. Sarah è incredula e frastornata, e si prepara ad accogliere il marito. Ma quando il portello dell’aereo che dovrebbe restituire Philipp alla sua famiglia si apre, accade l’impensabile: a scendere la scaletta non è Philipp. È un uomo che Sarah non ha mai visto prima. Che cos’è successo? Chi è questo estraneo che si spaccia per Philipp? E, soprattutto, che intenzioni ha? Se dello sconosciuto Sarah non sa nulla, lui invece sembra sapere tutto di lei, e la minaccia. Se si azzarderà ad aprire bocca denunciandolo alla polizia, perderà ogni cosa: suo marito, suo figlio, la sua stessa vita.

Aspettavo con ansia la seconda prova letteraria di Melanie Raabe. Dopo il suo primo libro, infatti (“La trappola”, trovate la recensione QUI), l’ho conosciuta tramite Instagram e l’ho trovata, oltre che una scrittrice di talento, una persona davvero simpatica e disponibile. Ed ero curiosa di rileggere qualcosa di suo oltre a seguire le sue foto da Amburgo e dintorni. Poi, grazie alla consueta gentilezza della casa editrice Corbaccio, ho potuto leggere subito – in ebook – “LA VERITA'”  e devo dire che, pur non dandogli il massimo dei voti, non sono rimasta delusa. L’idea di partenza, infatti, è molto accattivante: una donna che crede finalmente di poter riabbracciare il marito scomparso e si ritrova tra le mura di casa un perfetto estraneo, che non solo si spaccia per il consorte, ma la tratta con durezza e neppure si sforza di reggere la sceneggiata. La Raabe si conferma anche in questo romanzo una scrittrice con il raro dono di far scivolare il lettore nella storia lentamente ma inesorabilmente: prima ti mette di fronte la situazione di partenza, facendoti comunque empatizzare con la protagonista, poi ti introduce un elemento di disturbo (con tanto di brevi capitoli non in prima persona ma a nome de “lo sconosciuto”), dopo di che ti trascina in un vortice di dubbi, insinuazioni, ripensamenti e depistaggi. Chi è lo sconosciuto? Perchè, se è davvero Philipp, non vuole mostrare la voglia che ha sul torace? E come mai il vecchietto che abita in fondo alla strada e l’ha visto crescere non lo riconosce? E soprattutto, se è lui, perchè invece di essere felice di aver ritrovato la moglie e il figlio, si comporta con cattiveria? C’entra qualcosa la sua azienda milionaria? Queste sono le domande che si pone Sarah, e con lei il lettore, per quasi tutte le oltre 360 pagine: la scrittrice è bravissima a farti credere quello che vuole, e il risultato è che, fino all’epilogo, non si riesce a mollare questo libro. La cosa che invece mi ha un po’ delusa, e per cui non posso dare un volto alto, è proprio l’epilogo. Non posso dire molto senza fare spoiler, ma a me il finale non  è piaciuto. Resta comunque un giallo psicologico molto ben scritto, con uno stile raffinato diverso dal solito, quindi indipendentemente dal mio parere soggettivo sul finale è un libro che può valere la pena leggere. E fatemi sapere se a voi la conclusione è piaciuta!

 

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