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BOOKS FOR BREAKFAST #47 – INVITO A CAPRI CON DELITTO

BOOKS FOR BREAKFAST #47 – INVITO A CAPRI CON DELITTO

INVITO A CAPRI CON DELITTO

Emilio Martini

Corbaccio

Alberto, amore mio… aiutami! Uccideranno anche me…

Così riporta una lettera che viene dal passato. È firmata Diana Meyer, e risale al 1976, ma il professor Alberto Sorrentino la riceve solo quarant’anni dopo, e per pura fatalità. Che fine ha fatto la bella austriaca che, in un infuocato agosto caprese, il professore ha immensamente amato? Non era stato facile dimenticarla. Dopo il suo brusco e inspiegabile abbandono, l’aveva odiata per anni, ma ora quella lettera drammatica sbriciola le sue certezze. Forse Diana ha dovuto lasciarlo? Per mettere in pace il cuore e la coscienza, il professore si rivolge all’amico Gigi Berté, invitandolo a Capri. Per il commissario con la coda la sfida è ardua: la vicenda è complicata da molteplici aspetti psicologici e le persone coinvolte sono poco propense a parlare. Inoltre, lavorare fuori dalla sua area di competenza limita la sua libertà d’indagine, già di per sé difficile perché i fatti sono lontani nel tempo. I misteri antichi dell’Isola Azzurra e la sua sfibrante bellezza catturano anche Berté, che esorcizza le sue paure scrivendo racconti e telefonando all’amata Marzia. Ma quando il passato ritorna e colpisce ancora nel presente, tingendolo di rosso, Berté, con la sua abilità e i suoi metodi anticonvenzionali, riesce a ricostruire l’intricata vicenda, fino al colpo di scena finale.

Grazie a Corbaccio perchè con questo libro – e invitandomi a conoscere chi c’è dietro la storia – mi ha fatto davvero un regalo. Anzi, più di uno:

  • mi ha fatto scoprire un personaggio, il commissario Bertè, che mi era sfuggito nel panorama giallo italiano e sarebbe stato davvero un peccato: è fantastico! Fuori forma ma col cervello fino, perspicace e amante della buona cucina, sentimentalmente coinvolto ma non troppo. Ecco il commissario Bertè, già protagonista di altri gialli che sono stata felice di incontrare qui, immerso nella mondana e affascinante Capri.
  • mi ha permesso di chiacchierare per un intero pomeriggio con le sorelle Martignoni, le due bravissime scrittrici che si celano dietro lo pseudonimo Emilio Martini. Due donne colte, due scrittrici raffinate, due studiose di storia bravissime e – allo stesso tempo – due donne profondamente intelligente e brillantemente colte. E anche molto ironiche. Immaginate la mia gioia: un pomeriggio a parlare di libri con chi li ama, li scrive e li legge. In pratica, il paradiso.
  • mi ha fatto scoprire un giallo italiano brillante, sofisticato, ben scritto e ricco di riferimenti storici e culturali, con protagonisti credibili, sfaccettati e interessanti. Davvero, non perdetevi questo libro: non è solo un giallo, è un vero e proprio romanzo ricco di riferimenti e citazioni, scritto con uno stile scorrevole ma non banale. Molto interessante anche la meta narrazione, ovvero l’inserimento degli scritti di Bertè all’interno del romanzo.

Probabilmente vi ho già convinti, ma aggiungo ancora che, alla fine della lettura, mi sono procurata tutti i libri con Bertè protagonista perchè ho intenzione di riprendere la saga dal primo volume. Al momento, non riesco a trovare solo “Doppio delitto al Grand Hotel Miramare” ma gli altri sono tutti disponibili in edizione economica della Tea… non fateveli scappare!

2 CHIACCHIERE CON LE SORELLE MARTIGNONI

  1. Come mai proprio Capri? Abbiamo pensato di mandare il commissario… in vacanza! Tra l’altro, si tratta di un’isola stupenda che però spesso viene poco valorizzata dal punto di vista culturale, in quanto tutto gira solo attorno al turismo. Eppure è un luogo con un substrato storico-culturale incredibile, dove mitologia e storia si mescolano da secoli. Anche le leggende della tradizione sono, in parte, ancora molto sentite. Inoltre noi veniamo dal romanzo storico, quindi creare una storia molto legata con il passato ci è piaciuto molto!
  2. Come si scrive a 4 mani? Litigando! 😉 Scherzi a parte, bisogna tenere ben presente che in un team tu porti il tuo contributo ma questo non è mai una verità assoluta. Procediamo in maniera “classica”: facciamo la scaletta, poi creiamo le varie scene, infine leggiamo ad alta voce il tutto per una prima revisione, a cui segue quella dell’editore. E magari facciamo leggere in anteprima il libro a qualche lettore, oltre che ai nostri consulenti. Un aspetto a cui facciamo sempre attenzione è non farci sopraffare dall’eccessiva tecnica. Nel senso: anche se le regole di un giallo vorrebbero che il lettore avesse tutti gli indizi in mano, noi preferiamo lasciare qualche dettaglio nell’ombra. In questo modo, il lettore può fare le proprie congetture in libertà. 
  3. Come gestite la metanarrazione? La novella che nel libro è divisa in più parti la scriviamo tutta insieme in un altro momento e poi la inseriamo in seguito. Per noi il protagonista assoluto è il LIBRO e tutto ciò che rappresenta. Non a caso anche Bertè è uno scrittore. 
  4. Come avete scelto questo pseudonimo e perchè? Emilio per noi è un nome di famiglia, ma soprattutto è un riferimento al grande Salgari, che per noi simboleggia la fantasia assoluta, la capacità di esprimere ciò che si ha dentro. Per il cognome, di conseguenza, volevamo una cosa molto neutra. La scelta di uno pseudonimo è stata dettata da 2 aspetti: il pregiudizio che esiste in questo genere letterario verso le donne e la volontà di staccarsi dal nostro genere precedente, dove siamo molto conosciute con i nostri veri nomi. Di quella parte del nostro lavoro, abbiamo mantenuto anche in questo genere “giallo” il gusto di descrivere personaggi importanti e conosciuti da un punto di vista inedito, ovvero quello delle vite di chi li ha conosciuti. 
  5. Voi con questo libro affrontate anche il tema del narcisismo… Sì, in quanto una vera e propria malattia. Una persona narcisista è capace di farti credere quello che vuole e poi di dimenticarsi tutto e lasciarti sospeso. Il mistero e il male hanno un fascino innegabile, per noi così come per Bertè, che è il primo ad essere spiazzato, a volte, dai suoi “colpevoli”.

Concludo con un ringraziamento, di cuore, allo squisito staff di Corbaccio e alle simpaticissime e disponibilissime autrici!

 

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Guarda Commenti (10)
  • Non leggo molti autori italiani, ma da come lo hai descritto questo libro sembra una lettura davvero interessante!
    Ti dirò mi piace soprattutto l’idea di leggere un libro con una bella prosa, sofisticata ma non pretenziosa e scritto in un’italiano come si deve: sarò strana io ma il modo in cui è scritto un libro per me è importante almeno quanto la trama e purtroppo se ne trovano pochi in giro scritti bene!
    Davvero interessante anche l’intervista! 🙂

    PS: il braccialetto di cui mi hai chiesto è di Alexis Bittar
    Baci!
    S
    https://s-fashion-avenue.blogspot.it

  • Ciao Amri, come sai io sono alla continua ricerca di autori italiani, mi avevi già parlato di gialli ambientati a Capri, adesso non ci sono più scuse! ?

  • Non sono estranea alla scena del giallo italiano (io e mia madre divoriamo tascabili da quando ero bambina) ma non conoscevo questo personaggio, né tantomeno questo autore (o dovrei dire autrici). Sembra davvero particolare, ricco di dettagli e con l’atmosfera un po’ noir e un po’ alla mano dei gialli che mi piacciono 🙂 Ne parlerò con mia madre 🙂 E se posso consigliarti un autore, anche se probabilmente lo conosci già, Gianrico Carofiglio è molto bravo, sempre nell’ambito del giallo.

    • conosco carofiglio, l’ho anche ascoltato ad una presentazione, e mi piace molto!
      grazie di cuore per la dritta… come vedi super azzeccata!!!
      audrey

  • se avessi tempo per leggere, è qualche anno (da quando lavoro full time e convivo) che non riesco più a leggere un libro! io che ne leggevo quasi uno al giorno!

  • Come al solito sei convincente nel proporre le tue letture, ma questo libro pare davvero interessante sotto molteplici punti di vista. Grazie!!!

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