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INSTA IRAN – E LE PRIME CONSIDERAZIONI

INSTA IRAN – E LE PRIME CONSIDERAZIONI

4 aerei, 3 VIP bus, 1 auto privata, tantissimi taxi e diversi giri a piedi, per un totale di circa 2000 km a zonzo per l’Iran. Un viaggio iniziato mesi fa, con una semplice foto della Moschea di Shiraz scovata online. Poi altri viaggi, altre mete e la difficoltà a trovare il momento e la compagnia adatti per questa avventura che si era attaccata alla mia anima ed era decisa a non staccarsi fino al compimento del progetto. E finalmente, dopo mesi in cui il battito del mio cuore scandiva la parola “Iran”, è arrivato il momento di salire sul volo per Teheran. In testa tanta confusione, nel cuore tantissima emozione. Perchè io il mio cuore lo ascolto sempre. A dispetto di tutti quelli che me l’hanno sconsigliato, che mi hanno criticato e che mi hanno pure riso in faccia. E comunque, di solito ho ragione io 😉

Ho trovato ad aspettarmi un paese forse contraddittorio ma accogliente, pieno di monumenti spettacolari, di mercati colorati, di moschee mozzafiato e di persone meravigliose. Di gente sempre pronta ad un “Welcome to Iran“, a un sorriso, a un invito a pranzo e ad offrire un consiglio, un’indicazione stradale, una posa per una foto o un pezzo di pane o di frutta. Di bambini che impennavano in bicicletta per farsi scattare una foto ricordo delle loro acrobazie. Di uomini con il volto segnato dal sole e dal vento, di quelli che la fatica lo sanno che cos’è eppure ridono con gli occhi. Di donne con il velo portato basso e il viso truccato, perchè a essere femminili non ci si rinuncia nemmeno se ti obbligano. Di studenti che se gli dici che ti piace il loro paese sollevano lo sguardo un po’ più fieri. E ammetto che faccio fatica a parlarne, a pochi giorni dal rientro, perchè sono quelle emozioni che se non le vivi non le capisci. Mi piace pensare che un bravo blogger con due foto e tre parole ben scritte sia in grado di portarvi lì, tra le strade trafficate di Teheran, tra i colori caleidoscopici della Moschea Rosa di Shiraz, tra le suggestive rovine di Persepoli, a spasso tra i vicoli polverosi di Yazd e a bocca aperta davanti alle cupole azzurre di Esfahan. E probabilmente dovrebbe essere così. Ma io non lo so se ci riesco. Perchè non posso passarvi gli odori, i rumori, i sorrisi, le preghiere sussurrate, le gomme da masticare alla banana e le strette di mano. Non riesco a spiegare con parole il senso di accoglienza, il sentirsi a casa in ogni momento e la gratitudine di cui si riempiva il mio cuore ogni giorno di più. Posso solo provarci, e prometto che lo farò, ma per ora vi lascio qualche InstaScatto sperando che le immagini possano riempire, almeno in parte, quel senso di profonda nostalgia che ho iniziato a sentire appena salita sull’aereo del ritorno e che ancora mi accompagna mentre torno alla routine di tutti i giorni con la consapevolezza che, ancora una volta, un pezzetto del mio cuore è rimasto là. E che è soltanto un arrivederci.

Il Bazar di Teheran
All’interno del bazar c’è sempre anche la moschea. Teheran
Ho esplorato il Bazar di Teheran in lungo e in largo ma credo che questa per me resterà sempre la città dei melograni
Per le strade di Teheran
Shopping tra amiche al Bazaar di Shiraz
LA MERAVIGLIA
#inthemiddleofnowhere
Cosa fare assolutamente a Yazd? Perdersi.
Di porte verde smeraldo coperte da tappeti persiani bellissimi. Yazd è tutto questo e molto di più ❤️ #ihavethisthingwithdoors
Cartolina dalla bellissima piazza del complesso di Amir Chakhmagh, a Yazd
❤️
Sui tetti di Yazd, al tramonto.
”Esfahan è una di quei rari luoghi, come Atene o Roma, dove l’umanità trova comune sollievo” – Robert Byron
Yazd, Jame Mosquee
La Moschea Rosa di Shiraz
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