
Nepal: itinerario
DAY 1 – Roma —> Kathmandu
DAY 2 – Kathmandu: Boudhanath, Pashupatinath e Patan
DAY 3 – Kathmandu: Swayambhunath, Old City e Bhaktapur
DAY 4 – Bandipur
DAY 5 – Pokhara
DAY 6 – Pokhara
DAY 7 – Pokhara —> Kathmandu
DAY 8 – Bungamati e Kokhana + Casa famiglia First Ray of Hope
DAY 9 – Kathmandu —> Roma
C’è un momento preciso in cui mi accorgo che un Paese mi è entrato nel cuore: è quando l’aereo del ritorno decolla e io, mentre stringo il bracciolo e recito la mia personale preghiera anti-ansia, faccio un rapido bilancio del viaggio appena finito. E’ in quell’istante che mi accorgo se mi prende la fitta della nostalgia, se mi dispiace ripartire non solo perchè è finita una vacanza ma anche per il feeling che ho stabilito con quel particolare luogo e con le persone che lo abitano. A volte, addirittura, mi scende una lacrima, che mi affretto a far sparire prima che se ne accorgano gli altri passeggeri. Ebbene, quando sono partita da Kathmandu, una stretta al cuore l’ho sentita. Perchè il Nepal, in 9 giorni, mi ha dato tantissimo. Non mi aspettavo niente di tutto ciò. Pensavo di fare un viaggio “normale”, in una terra “normale”. Invece, fin dal primo giorno mi sono accorta di essere in una terra straordinaria nel vero senso della parola, cioè fuori dall’ordinario. Stupa ricoperti d’oro, occhi di Buddha onnipresenti, barchette colorate, benedizioni take away, scimmiette dispettose, pagode bellissime, porticine colorate, bancarelle da perderci la testa, traffico, clacson, bandierine, preghiere sussurrate, resti del terremoto, bambini con cui giocare, biscotti alla banana da condividere, voglia di ricominciare, voglia di ospitare i turisti, voglia di ricostruire. Tante emozioni fortissime, che si sono avvicendate una dopo l’altra e si sono sedimentate nel mio cuore. E lì resteranno, per sempre.